APPUNTI SULLA CITTA’ NUOVA o dell’emergenza
22 Aprile 2020Capitolo 3: 50° EARTH DAY, INQUINAMENTO E SOSTENIBILITA’ URBANA
Molti scienziati sostengono che Covid-19 sia causata da un “virus multifattoriale” e che subisca condizionamenti anche dai diversi fattori ambientali che incontra nel suo viaggio planetario.
Alcuni dichiarano, non concordemente e con una certa timidezza, che il fattore inquinamento sia correlato ai valori elevati di contagio, favorendo la pericolosità della malattia. I dati statistici ad esempio della pianura padana ed altre aree del mondo altamente popolate e inquinate confermano.
Gli studiosi raggiungono quotidianamente nuovi risultati e pubblicano nuove scoperte sulle caratteristiche di questo coronavirus che ci siamo procurati depredando foreste selvagge e aree naturali non ancora antropizzate, e che si diffonde velocemente anche a causa della globalizzazione economica, dei flussi continui di persone tra continenti e aree geografiche lontanissime fra loro ma connesse dalle attività produttive e commerciali.
Se è vero, come dicono alcuni, che la pericolosità del virus è correlata anche all’inquinamento, allora ha senso parlare ora, durante l’emergenza, di sostenibilità urbana.
Il 22/4/2020 – che numero incredibile – è il 50° Earth Day, la Giornata Mondiale della Terra istituita nel lontano 1970 e dedicata alla Climate Action, per individuare nuovi modelli di sviluppo sostenibile salvaguardando per quanto possibile il pianeta, invece di continuare a saccheggiarlo. Il cinquantesimo anniversario cade proprio in piena emergenza globale, ed è stato così occasione potente di riflessione e di analisi. Proprio in queste ore la Direttrice del One Health Center of Excellence del’Università della Florida, Ilaria Capua ha dichiarato: “Migliorare la salute dell’uomo e degli animali, insieme a quella delle piante e dell’ambiente, è l’unico modo per mantenere e preservare la sostenibilità del pianeta”. Tornando quindi al territorio e alla città, si è visto che l’aria delle aree densamente popolate ed industrializzate in pochissimo tempo è cambiata e molti fattori inquinanti sono sensibilmente diminuiti, aumentando anche ad occhio nudo la visibilità, tanto da far rivedere il colore del cielo perfino nelle megalopoli dove invece il grigio era il colore dominante. Così anche i più scettici, di fronte all’evidenza, ammettono con colpevolissimo ritardo che sarà necessaria una drastica inversione di rotta per salvare la nostra casa comune, che sarà necessario cambiare abitudini e stile di vita, così come sarà necessario adeguare la produzione industriale alle nuove evidenze. L’urgenza sempre più palese di attuare significative trasformazioni delle città nell’ottica di una evoluta sostenibilità, di questi tempi, diventa prioritaria e impellente. Si tratta di concetti relativamente semplici che riguardano le sfere del consumo del suolo, del riuso, della rigenerazione del costruito, dell’abbattimento e ricostruzione di edifici obsoleti, dell’eliminazione di un numero enorme di costruzioni prefabbricate abbandonate e inutili, della vegetalizzazione e forestazione urbana, della mobilità, dell’uso delle energie rinnovabili. Già tutto studiato e realizzato in molte realtà. Per rimanere nel nostro continente, basta andare sul sito di European Green Capital Award, per trovare esempi virtuosi e per capire quali politiche e quali soluzioni abbiano messo in atto le città vincitrici del premio. Stockholm nel 2010, Hamburg nel 2011, Victoria-Gasteiz nel 2012, Nantes nel 2013, Copenhagen nel 2014, Bristol nel 2015, Ljubljana nel 2016, Essen nel 2017, Nijhegen nel 2018, Oslo nel 2019, Lisbona nel 2020 si sono aggiudicate il premio grazie ai risultati ottenuti. Nessuna città italiana, almeno fino ad ora. Prendiamo come esempio Ljubljana, la capitale della Slovenia. La città è stata trasformata in circa dieci anni, conta 280,000 abitanti, 542 metri quadri di verde per abitante. Il 46% dell’intera superficie è occupata da parchi, boschi, aree verdi, aiuole piantumate. La mobilità urbana è cambiata completamente con dati statistici a comprova davvero lusinghieri: nel 2003 47% auto privata, 33% a piedi, 20% trasporto pubblico e bici; nel 2013 19% auto privata, 53,30% a piedi, 27,70 trasporto pubblico e bici. In soli 10 anni. Vi invito a connettervi al link
https://ec.europa.eu/environment/europeangreencapital/winning-cities/2016-ljubljana/
e a scorrere le 4 sezioni riassuntive con gli interventi principali schematizzati. La sezione 1 si intitola “Brownfields revitalization and trasformation” (rivitalizzazione delle aree dismesse), la 2 “Transorming Mobility”, la 3 “Being an exemplary city” e parla di acqua di alta qualità accessibile a tutti, di servizi e sottoservizi, della gestione intelligente del ciclo dei rifuti (waste management), e infine la sezione 4 “Connecting stakeholders and knowledge – SMALL STEPS FOR BIG EFFECTS”.
Se si vuole si può fare, senza ideologie, senza appartenenze politiche ma solo per migliorare la vita di tutti.